DANTE ALIGHIERI E RAVENNA
Ravenna è l’ultimo rifugio di Dante Alighieri, l’asilo conveniente dove Dante potè trovare non una corte ghibellina ove si spolitichi tutto il giorno; ma la pianura, il mare e le tombe dei Cesari. Il Sommo Poeta arrivò a Ravenna nel 1319 insieme ai suoi figli, Pietro, Jacopo e Antonia; venne ospitato dal signore della città, Guido Novello da Polenta, grande amante della cultura e dell’arte. Grazie al periodo di pace, stabilità e al mecenatismo di Guido, Dante trovò il luogo ideale in cui terminare l’ultima cantica della Divina Commedia e comporre due Egloghe, la sua prima e unica prova di poesia latina.
Purtroppo nel 1321, dopo poco tempo dal suo arrivo, Dante morì. Venne sepolto nell’area cimiteriale della Basilica di San Francesco e da allora la città custodisce gelosamente i suoi resti mortali e la sua memoria. Sono tantissimi infatti i luoghi e le occasioni per ricordarlo: le solenni celebrazioni che ogni anno richiamano l’attenzione di appassionati e studiosi, le prestigiose collezioni librarie della Biblioteca Classense e della Biblioteca del Centro Dantesco dei Frati Minori Conventuali.
Nella ZONA DEL SILENZIO si trovano i luoghi più celebri legati a Dante Alighieri:
🔸 la TOMBA DI DANTE venne costruita nel 1782 su progetto dell’architetto ravennate Camillo Morigia che, da fine interprete delle nuove tendenze dell’architettura, si ispirò ai principi del neoclassicismo; al suo interno è custodito il sarcofago in marmo che ospita le ossa di Dante.
🔸 il MUSEO DANTE è stato recentemente riallestito con numerose e suggestive sale multimediali. Venne inaugurato nel 1921, in occasione delle celebrazioni per i 600 anni della morte di Dante. È un vero e proprio viaggio attraverso la vita di Dante e il suo cammino nei tre regni descritti nella Divina Commedia, ma non solo. Il museo conserva oggetti, targhe, medaglie che testimoniano l’incredibile importanza della figura del poeta attraverso le epoche storiche.
🔸 la BASILICA DI SAN FRANCESCO è il luogo in cui si svolsero i funerali di Dante. Venne anche chiamata il “pantheon dei Polentani” perché la famiglia dei da Polenta, che ospitò Dante, scelse questa chiesa come tempio per le loro sepolture. Una suggestiva cripta perennemente sommersa dall’acqua, con un mosaico pavimentale sprofondato nel sottosuolo di circa 4 metri, ci invita a ricordare le antichissime origini di questa basilica.
🔸 i CHIOSTRI FRANCESCANI facevano parte del convento di San Francesco costruito a partire dal 1261. Si compongono del Chiostro detto “del doppio portico” e del “Chiostro Dante”, chiamato così perché, su una delle pareti perimetrali, si trova una epigrafe che ricorda il punto in cui i frati francescani, nel 1519, bucarono il muro per trafugare le ossa del poeta all’indomani dell’arrivo della delegazione che avrebbe dovuto riportare le ossa nella città di Firenze.
🔸 il QUADRARCO DI BRACCIOFORTE è un antico oratorio in origine collegato alla chiesa di San Francesco. Venne isolato dalla basilica nel XVII secolo; presenta nelle sue immediate vicinanze il cumulo di terra ricoperto d’edera dove vennero tenute le ossa di Dante per proteggerle dai bombardamenti della seconda guerra mondiale; una lastra non molto distante ricorda il punto in cui vennero ritrovate le ossa nel 1865
🔸 CASA DANTE è lo spazio multifunzionale che completa il percorso espositivo del Museo Dante, con sale espositive, un bookshop, laboratori didattici e uno spazio aperto “meditativo”. La Corte infatti accoglie il visitatore in uno spazio raccolto in continuità ideale con la Zona del Silenzio.
La prima sala, realizzata grazie ad una significativa collaborazione con le Gallerie degli Uffizi, ospita alcune importanti opere delle prestigiose gallerie fiorentine, che documentano la fortuna dell’immaginario dantesco a partire dall’Ottocento.
Un’altra sala accoglie le collezioni dantesche della Biblioteca Classense, l’istituzione che fin dall’origine delle raccolte ha curato il lascito materiale dantesco che, a partire dalla data simbolica del 1865 (anno del ritrovamento delle ossa del poeta) testimoniano del profondo legame tra Dante e Ravenna e dell’affettuoso omaggio tributato al Sommo Poeta fino ai nostri giorni.
“SOTTO COSÌ BEL CIEL”
VISITA GUIDATA AI MOSAICI DI RAVENNA CON GLI OCCHI DI DANTE
Ravenna rappresentò per Dante una ricca fonte di ispirazione. Lo straordinario patrimonio di monumenti del V e VI secolo, al tempo di Dante ancora più numerosi, con i mosaici che arricchivano le pareti interne, favorì la creazione di splendide immagine poetiche grazie ad una rielaborazione profonda e sublime della bellezza che poté ammirare.
Andremo alla ricerca di quella bellezza, di quella luce e delle iconografie che hanno rappresentato delle suggestioni da cui DANTE POTÈ DESUMERE UNA SPECIFICA MODALITÀ PITTORICA-POETICA RICONOSCIBILE IN NUMEROSI LUOGHI DELLA COMMENDIA, DAL PARADISO TERRESTRE ALL’EMPIREO (cit. da L. Pasquini, Iconografie dantesche. Dalla luce del mosaico all’immagine profetica, Ravenna 2008).